Autore: Roberto Tommasini - Fisioterapista
Ringrazio di cuore Roberto per questo splendido riassunto....una nuova collaborazione per il blog di ASSFER...chi volesse partecipare a questo progetto è il benvenuto, contattatemi al seguente indirizzo: marcello.bettuolo@gmail.com
ULTRASONOGRAPHIC ANALYSIS OF
THE NECK FLEXOR MUSCLES IN
PATIENTS WITH CHRONIC NECK PAIN
AND CHANGES AFTER CERVICAL SPINE MOBILIZATION
Jesus-Moraleida, F, Ferreira P.,Pereira L.,Vasconcelos C.,Ferreira M.
Ricerche recenti mostrano come chi soffra di dolore al collo cronico
presenti modificazioni nel reclutamento dei muscoli del collo (9-12), con una
significativa riduzione, resistenza e ritardo nell'attività anticipatoria da
parte dei muscoli flessori cervicali profondi (Lungo del collo e lungo del
capo) (13-16)
Per questo motivo diversi approcci sono stati sviluppati per valutare
ed allenare i muscoli profondi flessori del collo, con lo scopo di aumentare la
loro capacità di offrire un supporto segmentario e quindi stabilità al collo
(17-18). Interventi atti a migliorare il
reclutamento di questi muscoli sono risultati essere efficaci nella gestione
del dolore cronico, con miglioramenti anche nel controllo posturale e nella
disabilità (19-21)
La terapia manipolativa vertebrale (TMV) che include sia tecniche di
manipolazione che di mobilizzazione della colonna, è un trattamento comunemente
utilizzato nei pazienti con dolore cervicale cronico per la sua efficacia nel
ridurre il dolore e la disabilità in questo contesto (22-24), pur rimanendo non
ancora chiaro il suo meccanismo di azione nel migliorare questi sintomi e
segni. La TMV cervicale è stata associata
ad una transitoria riduzione dell'eccitabilità dei motoneuroni degli arti
superiori (25) ed a miglioramenti nell'attività elettromiografica dei muscoli
degli arti superiori (26-27) ma sono scarsi i dati sul reclutamento dei muscoli
del collo. E' stato suggerito che la TMV possa essere associata a cambiamenti
nel reclutamento dei muscoli flessori del collo. (28). sterling e colleghi (28)
hanno osservato che in pazienti con dolore al collo cronico durante un compito
di flessione del rachide cervicale superiore
la mobilizzazione cervicale, rispetto a placebo produce
- una significativa riduzione del dolore
- un aumento della soglia del dolore pressorio
- effetti simpaticoeccitatori
- aumento della conduttanza cutanea
- diminuizione dell'attività dei muscoli flessori superficiali del
collo (scom).
Ciò ha portato gli autori ad ipotizzare che la TMV abbia un effetto
facilitatorio sull'attività dei flessori profondi del collo attraverso un
meccanismo centrale di controllo del dolore . Non sono stati trovati studi che
approfondiscano l'effetto della TMV sui pattern di reclutamentodei muscoli
flessori profondi del collo.
METODO
Partecipanti
n=62
gruppo di intervento (n=31) :
inclusione :
dolore cronico al collo che dura da almeno tre mesi senza causa
specifica con o senza dolore riferito al braccio, senza deficit neurologici, un
valore al Neck Disability Index di almeno 5/50 esimi (42) , pazienti con
cefalea cervicogenica se presente anche il dolore al collo
esclusione : chirurgia spinale e/o del collo negli ultimi 12 mesi,
patologie spinali gravi (artropatie infiammatorie, fratture, infezioni),
deficit neurologici o compromissione
della radice nervosa confermata dalla positività di almeno due test tra i
seguenti (riflessi, test dermatomerici, test dei miotomi), diagnosi di
patologie sistemiche come diabete o disturbi del sistema immunitario , utilizzo
continuativo di farmaci analgesici od antiinfiammatori durante le 48 ore prima
del test, partecipazione negli ultimi tre mesi a programmi di trattamento del
collo, incapacità di sopportare una tecnica Maitland di grado III, sintomi di
depressione valutati nel Beck Depression Inventory con un valore uguale o
maggiore a 20/63 (43)
gruppo di controllo (n=31)
inclusione: senza dolore al collo al momento dello studio e senza
storia di dolore al collo cronico
La disabilità ed il dolore sono stati valutati con il Neck Disability
Index (44) e l'Indice del Dolore del Questionario del Dolore McGill (45)
Per essere significativa dal punto di vista statistico la
differenza di spessore nei muscoli
flessori profondi del collo tra i due gruppi di partecipanti allo studio deve
essere di almeno l'8 % durante il TFCC (dati ottenuti da uno studio pilota)
Procedura
I partecipanti sono posizionati supini con le ginocchia flesse, viene
utilizzata una unità di biofeedback
pressorio (47) posto sotto l'occipite e insufflato a 20 mmHg a riposo.
Ai partecipanti viene richiesto di effettuare un movimento di assenso
con la testa (il CCFT) in 5 diversi livelli di pressione 22, 24, 26, 28, 30
mmHG (fase 1,2,3,4,5 del CCFT rispettivamente) , mantenendo la pressione per 10
secondi e con 30 secondi di riposo tra una fase e l'altra. Un manometro
visibile al paziente ed al
fisioterapista permette di valutare la corrispondenza del test alle richieste.
Trattamento : mobilizzazione rachide
cervicale
per questo studio è stata scelta di utilizzare una tecnica di
mobilizzazione cervicale secondo Maitland: una mobilizzazione oscillatoria postero anteriore di grande ampiezza (grado III di Maitland) con la pressione centrale esercitata dagli indici sul pilastro articolare di C5 e C6 (49). La tecnica è stata ripetuta per 3 volte
per 60 secondi con oscillazioni di 1 Hz con un minuto di riposo tra le serie
Anche se è improbabile che il livello sintomatico fosse per tutti i
pazienti lo stesso la standardizzazione della tecnica è stata scelta perché
dalla letteratura si evince come la specificità del livello di mobilizzazione
sia relativa in quanto la mobilizzazione di un segmento si ripercuote sugli
altri (50) ed inoltre che la moblizzazione di segmenti cervicali non dolorosi comporta
comunque miglioramenti significativi nel dolore (51)
DISCUSSIONE
I risultati di questo studio corroborano l'evidenza che i pazienti con
dolore cronico al collo hanno un
alterato pattern di coordinazione neuromuscolare nei muscoli flessori del collo
I dati di questo studio inoltre danno informazioni utili sui muscoli
flessori superficiali e profondi del collo grazie all'utilizzo di uno strumento
pratico e non invasivo che può essere utilizzato in un setting clinico sia per
la valutazione che per essere utilizzato come feedback nel training della
muscolatura del collo in pazienti con dolore
Limiti
1. La dimensione del trasduttore sonografico per alcuni pazienti era
troppo largo
2. L'età media dei pazienti era
minore di trenta anni ed estrapolare quindi i dati sulla popolazione generale
ed anziana in particolare va fatto con cautela
3. Il fisioterapista che applicava la tecnica di mobilizzazione era a
conoscenza del fatto che la persona che trattava fosse del gruppo di controllo
o no e questo poteva avere delle
ripercussioni sull'applicazione della tecnica medesima.
Per ovviare a questo problema il tipo di mobilizzazione, la frequenza,
ed il segmento selezionato per il trattamento sono stati standardizzati in modo
che tutti i partecipanti allo studio ricevessero lo stesso tipo di intervento a
prescindere dal gruppo di appartenenza
4. i risultati si basano su una singola seduta di trattamento ed i
risultai a lungo termine della mobilizzazione non sono conosciuti.
CONCLUSIONI
1. Lo studio ha dimostrato la capacità degli ultrasuoni di valutare i
cambiamenti nello spessore dei muscoli flessori del collo, soprattutto il LCO,
discriminando persone con o senza dolore al collo
2. La mobilizzazione cervicale è associata con immediati cambiamenti
nel reclutamento dei muscoli flessori del collo nei pazienti con dolore cronico
al collo, comunque gli effetti a lungo termine non sono conosciuti.
Applicazioni pratiche dello studio
1 Gli ultrasuoni sono uno strumento pratico per valutare il
reclutamento dei muscoli flessori del collo e valido nel discriminare pazienti
con dolore al collo e senza.
2 I cambiamenti nel reclutamento dei muscoli flessori del collo dopo
una singola seduta di mobilizzazione del rachide cervicale sono maggiori nei
pazienti con dolore cronico al collo
3 La capacità degli ultrasuoni di valutare
cambiamenti a lungo termine nel reclutamento dei muscoli flessori del collo
dopo una terapia di mobilizzazione del rachide cervicale deve essere ancora
studiata
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