domenica 18 dicembre 2016

Nasce TERAPIAMANUALE.TV il nuovo sito di riferimento per i fisioterapisti

Dopo anni di esperimenti web nel sito terapiamanuale.assfer.it ho deciso di creare un nuovo progetto culturale, un grande contenitore dove raccogliere i migliori video didattici presenti nella rete riguardante i vari ambiti della terapia manuale. 

Terapiamanuale.tv nasce dalle ceneri di terapiamanuale.assfer.it e spero presto questo progetto possa decollare con una programmazione video quotidiana, una piccola pillola di aggiornamento, curiosita e quant'altro riguardi il mondo della terapia manuale. 

Per maggiori informazioni visitate il sito terapiamanuale.tv

martedì 21 giugno 2016

SCAPOLE, POSTURA e MIOFASCIALE

Le scapole grazie alla loro mobilità risentono molto delle influenze provenienti dalle tensioni fasciali. Se ben interpretata la postura scapolare diventa un importante indicatore per individuare l'area miofasciale in disfunzione.
In questo video vediamo come in Fascia & Motor Control si sfruttano gli indicatori posturali per la presa di decisione per il trattamento e per il ragionamento clinico annesso
Per visualizzare il video clicca qui


mercoledì 8 giugno 2016

TRATTAMENTO FASCIALE.....COME EVITARE DI SCOMPENSARE IL PAZIENTE

Quando eseguiamo un trattamento fasciale la prima domanda che dovremmo porci è la seguente: ma la retrazione o la rigidità miofasciale presente è la causa del problema o è una risposta di protezione?
In Fascia & Motor Control non viene utilizzata la palpazione per determinare le aree di trattamento, si utilizzano dei test di movimento che indicano esattamente l'area coinvolta nella disfunzione.
Ma questi test sono sempre affidabili?
Dopo anni di esperienza clinica sono stati messi degli step di ragionamento clinico che devono essere eseguiti sempre prima di continuare con la valutazione in modo da non interpretare erroneamente le risposte.
Nel seguente video vengono esposti i vari punti:
Per vedere il video clicca qui https://www.youtube.com/channel/UC2mSTdHRo46gvMdt7MGO3zQ


sabato 28 maggio 2016

KINESIOLOGY TAPE: quali sono i reali effetti delle diverse applicazioni sulla cute e sulla fascia?

Quando utilizziamo le tecniche di kinesiology tape spesso per prima cosa dovremmo chiederci quali siano i reali effetti che queste hanno sulla cute e sui tessuti sottostanti.

Può sembrare banale ma questo concetto spesso viene sottovalutato e non vi sono studi dedicati a comprendere realmente come funzioni questo materiale.

Con oggi iniziamo il primo di 3 post dedicati a questo argomento con 3 ESPERIMENTI che esaminano le varie modalità di applicazione del k tape.

IL PRIMO ESPERIMENTO si pone l'obiettivo di valutare l'effetto di 2 diverse modalità di applicazione del tape applicato con forte tensione: la tecnica del legamento e la tecnica correttiva.
Generalmente vengono indicate come due diverse tecniche, ma da come potrete vedere in realtà sono sempre la stessa faccia della medaglia, cambia solo la praticità di applicazione

PER VEDERE IL VIDEO CLICCA QUI


mercoledì 27 aprile 2016

Una STORIA vale più di 100 Raccomandazioni

Autore: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

In questo video ho voluto condividere come nella mia clinica utilizzo le preziosissime informazioni che si possono ricavare dalla ricerca per far comprendere ai miei pazienti che con molta probabilità i loro dolori ed il continuare ad averli nonostante le terapie fatte sia causato da cattive abitudini che vanno assolutamente modificate. Buona visione

mercoledì 6 aprile 2016

Può un'ernia anteriore del disco produrre un dolore viscerale persistente? DISCOGENETIC VISCERAL PAIN

Autore del riassunto: Ft Marcello Bettuolo

Per scaricare la versione integrale dell'articolo CLICCA QUI

BACKGROUND: Il dolore viscerale è una delle comuni cause che conduce i pazienti all'attenzione del medico. Le fibre nervose che innervano i visceri proiettano le informazioni al sistema nervoso centrale attraverso il sistema nervoso Simpatico.
Il tronco nervoso simpatico lombare è localizzato anteriormente alla colonna vertebrale lombare, dunque è possibile che un paziente soffra di dolore viscerale dovuto ad una irritazione del tronco simpatico dovuta ad un'ernia anteriore del disco lombare.
Questo studio si è posto l'obiettivo di esaminare dolore viscerale discogenico ed il suo trattamento.

METODI: 12 pazienti consecutivi con una media d'età di 56,4 anni sono stati esaminati tra giugno e dicembre 2012. Questi pazienti soffrivano tutti di dolori viscerali a lungo termine refrattari a qualsiasi tipo di trattamento. A parte la presenza di ernia lombare anteriore rivelata attraverso la risonanza magnetica, i pazienti non avevano mostrato alcun altro esame positivo (gastroscopia, ecografia vascolare, tac addominale.
Per provare che il dolore viscerale proveniva dalla protrusione discale anteriore gli studiosi hanno effettuato un blocco nervoso del tronco simpatico a livello del disco protruso.

RISULTATI: Tutti i pazienti hanno dimostrato un alleviamento dei sintomi tramite il blocco nervoso immediatamente dopo l'intervento.
11/12 pazienti ha avuto un alleviamento del dolore soddisfacente ad una settimana dal blocco, 8/12 dopo 4 settimane, 7/12 dopo 7 settimane, 6/12 dopo 12 settimane, 5/12 dopo 24 settimane.


CONCLUSIONI: E' importante considerare la possibilità che un dolore viscerale sia secondario ad una ernia discale anteriore quando si effettua una diagnosi differenziale per dolore viscerale idiopatico. 

martedì 5 aprile 2016

SMARTEREHAB: Coordinazione del SNC

Venerdì 8 Aprile chiudono le iscrizioni al corso di 3° livello di SMARTEREHAB: Coordinazione del SNC. Questo corso anni fa mi ha aperto gli occhi su un mondo straordinario che avevo sempre poco considerato. Dopo anni sono curioso di ripetere questo corso per riapprofondire tante cose che forse al tempo mi sono  sfuggite. Per chi avesse già partecipato al corso introduttivo di 2 giorni è possibile accedere a questa formazione. 
Per maggiori info sul corso: http://assfer.it/index.php/corsi-residenziali?id=217



Ecco una descrizione più approfondita dell'evento:
Esiste un sottogruppo di pazienti che ha difficoltà a comprendere gli esercizi prescritti. Tali pazienti hanno deficit significativi di propriocezione e funzione senso-motoria, abilità di apprendimento, e i riflessi primitivi sono mal integrati nel sistema nervoso. La ricerca mostra che vi è una forte correlazione tra propriocezione, funzione senso-motoria e funzione cognitiva. La presenza dei riflessi primitivi influisce negativamente sul normale controllo motorio e rende difficile per i pazienti l’apprendimento di esercizi specifici di controllo motorio.
Durante i tre giorni del corso verrà descritto in dettaglio come applicare clinicamente la valutazione senso-motoria. Insieme alla fisiologia ritenuta rilevante, sono considerate anche le relazioni che intercorrono tra le funzioni senso-motoria e propriocettiva rispetto a dolore, reclutamento muscolare, rigidità muscolare, squilibrio muscolare, sensazione di sforzo e fatica. La relazione tra difficoltà di apprendimento e funzione senso-motoria verrà trattata unitamente alle relazioni intercorrenti tra sopportazione del dolore e comportamento di paura.
Il “Motor Control Abilities Questionnaire” (questionario per le abilità del controllo motorio) è uno strumento sviluppato per identificare i pazienti che hanno difficoltà a comprendere gli esercizi specifici di stabilità e controllo del movimento. Verrà descritto l’utilizzo di tale questionario e pure come la riabilitazione senso-motoria possa essere utilizzata per migliorare la funzione cognitiva. Verranno rivisti valutazione e riabilitazione dei test Evidence Based della  funzione senso-motoria ed alcuni riflessi primitivi chiave.
Le categorie degli stili d’apprendimento saranno enfatizzate insieme ad un modello strutturato per la soluzione dei problemi clinici. Il corso enfatizza quali esercizi possano rappresentare punti di partenza appropriati clinicamente e varie possibilità di progressione dell’esercizio terapeuticoQuesto modulo e quello relativo al 'Body Image', sono dedicati ai casi più complessi e difficili: i pazienti con difficoltà d’apprendimento motorio o con un disturbo dell’immagine corporea.
La coordinazione del SNC è una categoria del sistema di sotto-classificazione da cui dipende la capacità di capire ed imparare esercizi specifici di controllo motorio (Gibbons 2011). Il Motor Control Abilities Questionnaire© è uno strumento sviluppato con la funzione di predire se il soggetto ha difficoltà di apprendimento motorio, per gli alti requisiti neurocognitivi e sensoriali che la loro corretta esecuzione richiede (Gibbons 2009c).
Il dolore centrale può anche essere causato da una alterazione dell’immagine corporea: questo può avvenire quando il dolore agisce come un sistema sensoriale di “default”. Ciò si verifica quando manca o vi è un insufficiente feedback sensoriale ed il cervello reagisce producendo una sensazione di dolore o altra sintomatologia muscoloscheletrica (ad esempio parestesie) al fine di ottenere un feedback dalla regione o per garantire attenzione alla regione. È caratterizzata da pattern di dolore atipici e dalla mancanza di immagini mentali, incapacità di disegnare un’immagine corporea ed una diminuita consapevolezza sensoriale o senso della proprietà, nella specifica regione dei sintomi (Gibbons 2014c).
La riabilitazione di queste categorie di pazienti si basa sull’analisi, la valutazione e il trattamento delle lacune senso-motorie (propriocezione, funzione oculo-motoria, linea mediana, acuità tattile, stabilità posturale) e dei riflessi primitivi spesso presenti (Gibbons 2014).

sabato 26 marzo 2016

Quanto è importante la scelta del livello di trattamento nelle tecniche antalgiche vertebrali cervicali?

Traduzione dell'articolo a cura di: CLAUDIO DERIU

Articolo originale: 
The Effect of an Analgesic mobilization Technique when Applied at Symptomatic or Asymptomatic Levels of the Cervical Spine in Subjects with Neck Pain: A Randomized Controlled Trial
Per scaricare l'articolo integrale CLICCA QUI


Questo studio ha comparato gli effetti di una tecnica di trattamento manuale sul dolore al collo e sulla sensazione di movimento quando applicata per 4 minuti a livello della giunzione zigoapofisaria più sintomatica piuttosto che applicata a tre livelli di distanza.

Sono stati valutati 126 soggetti con dolore al collo e divisi in maniera randomizzata, in due gruppi, poi analizzati in singolo cieco.
Dopo la dimostrazione del dolore con movimento attivo veniva scelto il movimento che riproduceva il sintomo con lo sforzo minimo, che nella maggior parte dei casi era l’estensione, mentre la rotazione veniva considerata per ultima in quanto associata a diverse complicazioni; quindi quando i partecipanti presentavano più movimenti dolorosi venivano testati prima con l’estensione, poi con la lateroflessione ed infine con la rotazione. La flessione veniva impiegata come ultima per via della difficolta di esecuzione tecnica. 

Per determinare il livello veniva preso come riferimento il processo spinoso di C2 sul quale il fisioterapista appoggiava il dito indice e poi metteva le altre dita sotto quel livello. È stata considerata l’ampiezza di un livello come la grandezza di un dito, questa tecnica sebbene non precisa permetteva comunque di mantenere garantita una distanza costante di tre dita dal segmento dolente. La procedura era la seguente: paziente seduto, entrava attivamente nella direzione del dolore rilevata in precedenza, da questa posizione il terapista applicava movimenti segmentali passivi per trovare il sintomo; la mano dorsale fissava la vertebra caudale bloccando l’arco vertebrale con pollice e indice, mentre la mano ventrale  bloccava con il palmo la testa contro il petto del terapista e con il mignolo si posizionava sul lato opposto delle arco vertebrale. A quel punto veniva mosso il cranio e le vertebre soprastanti la vertebra bloccata, alla ricerca del segmento doloroso.

I partecipanti, una volta assegnati in maniera casuale ad uno dei due gruppi venivano sottoposti al trattamento nel segmento concorde per quelli del gruppo A e al di sotto di tre livelli per il gruppo B. 

Il trattamento consisteva in trazione traslatoria intermittente in corrispondenza dell’articolazione zigoapofisaria, perpendicolare al piano di trattamento, con una forza di grado Kaltenborn 2, nel quale si avverte solo una minima resistenza senza superare il primo stop. La frequenza, stabilita in circa 6-7Hz veniva applicata per circa 30 secondi e la tecnica durava 4minuti.
Il terapista che eseguiva la manovra era un terapista con oltre 20anni di esperienza in terapia manuale con una specifica formazione in terapia manuale.
Al termine del trattamento ogni paziente ha completato la NRS per il dolore, che aveva già compilato prima del trattamento ed anche una NRS per la sensazione di movimento del collo.

Le differenze prima e dopo il trattamento sono significative in entrami i gruppi, lo studio dimostra quindi gli effetti positivi sul dolore e sulla sensazione di movimento subito dopo un trattamento di 4minuti.

 Nessuna significativa differenza è stata invece trovata tra i due gruppi.

I meccanismi degli effetti della mobilizzazione rimangono poco chiari, probabilmente sono molteplici quelli di natura neurofisiologica che spiegano come la fisioterapia può influenzare il dolore, e probabilmente i meccanismi manuali forniscono input sensoriali che inibiscono il segnale del dolore.
Quindi il movimento terapeutico ha effetto sul dolore anche se applicato a distanza dal segmento dolente e fornisce effetti simili di riduzione del dolore e miglioramento della sensazione di movimento probabilmente per l’azione della stimolazione meccanica sui processi neurofisiologici 

mercoledì 16 marzo 2016

Effetto delle Mobilizzazioni in Lateral Glide Cervicale sul sistema Autonomo

Nuova collaborazione nel Blog di ASSFER, un altro collega ha prestato del tempo per condividere con voi un articolo, sebbene non sia completamente avezzo con l'inglese, aver dedicato del tempo alla traduzione è stato un esercizio molto importante sia nella comprensione dell'articolo e sia nell'approfondire l'inglese scientifico (nei primi anni è stato proprio questo stimolo che mi ha velocizzato poi a leggere e tradurre gli articoli).
Grazie mille

Autore: Traduzione e riassunto a cura del Fisioterapista Alfonso Garau
Articolo tratto da: 
Cardiovascular and Respiratory Changes produced by lateral glide mobilization of the cervical spine.
B. Vincenzino et al.
Manual Therapy (1998) 3(2), 67-71

Approfondire gli effetti delle tecniche manuali di fisioterapia permette di comprendere più a fondo il loro meccanismo di azione. Alcune tecniche di trattamento della colonna cervicale inducono notevoli reazioni simpatico-motorie con manifestazioni nelle funzioni sudomotorie  e vasomotorie periferiche. Sono state analizzate le variazioni respiratorie e cardiache indotte da questo tipo di manipolazioni per chiarire la dimensione e la natura di questi effetti simpatico-motori.

È stata usata la modalità within-subjects design  per investigare ,gli effetti della tecnica di lateral glide oscillatoria di III grado a livello c5 mentre il  paziente mantiene posizionato l'arto superiore dello stesso lato in massima intrarotazione, abduzione ed estensione (inoltre il terapista contemporaneamente applica un po' di depressione scapolare). La tecnica applicata a random e confrontata con una tecnica placebo (non ben specificata) e con controllo (senza fare nulla). Gli indicatori delle funzoni respiratoria e cardiaca rilevata sono stati la pressione sanguigna(PA), la frequenza cardiaca (FC), e la frequenza respiratoria(FR).

Hanno partecipato allo studio 24 soggetti asintomatici e tenuti all'oscuro degli obiettivi dello studio(blinded).

Risultati:
La tecnica di lateral glide induce un aumento della PA sistolica e diastolica, FC ed FR, aumento notevole rispetto ai due gruppi, placebo e controllo (P<0,05). Questo risultato indica che l'effetto simpato eccitatorio del lateral glide cervicale va ben oltre l'attivazione sudomotoria ed il sistema vasomotorio periferico, includendo anche i sistemi cardiaco e respiratorio.
Questo riscontro ha implicazioni nella nostra comprensione degli effetti delle tecniche di fisioterapia manipolativa.

Note: Marcello Bettuolo
Le osservazioni trovate in questo studio si sono poi evidenziate anche in altri lavori effettuati sulle semplici mobilizzazioni Postero anteriori cervicali. Certo che la tecnica utilizzata esegue una mobilizzazione cervicale con un sistema nervoso periferico in tensione, inoltre per quanto io abbia cercato di leggere a fondo l'articolo non si riesce ad evincere come sia stato effettuato il placebo.




mercoledì 2 marzo 2016

Analisi sonografica dei muscoli flessori del collo in pazienti con dolore al collo cronico e cambiamenti dopo mobilizzazione cervicale

Autore: Roberto Tommasini - Fisioterapista

Ringrazio di cuore Roberto per questo splendido riassunto....una nuova collaborazione per il blog di ASSFER...chi volesse partecipare a questo progetto è il benvenuto, contattatemi al seguente indirizzo: marcello.bettuolo@gmail.com

ULTRASONOGRAPHIC ANALYSIS  OF  THE  NECK  FLEXOR MUSCLES  IN  PATIENTS WITH  CHRONIC NECK  PAIN  AND CHANGES AFTER  CERVICAL  SPINE MOBILIZATION


Jesus-Moraleida, F, Ferreira P.,Pereira L.,Vasconcelos C.,Ferreira M.

Tutti conosciamo l'impatto che il dolore al collo può avere sulla vita di una persona. Un problema comune (ne è colpito almeno una volta durante la vita il 70 % della popolazione mondiale) ed in cui nel 5 % dei casi si sviluppa un alto livello di dolore cronico e disabilità.
Ricerche recenti mostrano come chi soffra di dolore al collo cronico presenti modificazioni nel reclutamento dei muscoli del collo (9-12), con una significativa riduzione, resistenza e ritardo nell'attività anticipatoria da parte dei muscoli flessori cervicali profondi (Lungo del collo e lungo del capo) (13-16)
Per questo motivo diversi approcci sono stati sviluppati per valutare ed allenare i muscoli profondi flessori del collo, con lo scopo di aumentare la loro capacità di offrire un supporto segmentario e quindi stabilità al collo (17-18). Interventi atti a migliorare  il reclutamento di questi muscoli sono risultati essere efficaci nella gestione del dolore cronico, con miglioramenti anche nel controllo posturale e nella disabilità (19-21)
La terapia manipolativa vertebrale (TMV) che include sia tecniche di manipolazione che di mobilizzazione della colonna, è un trattamento comunemente utilizzato nei pazienti con dolore cervicale cronico per la sua efficacia nel ridurre il dolore e la disabilità in questo contesto (22-24), pur rimanendo non ancora chiaro il suo meccanismo di azione nel migliorare questi sintomi e segni. La TMV  cervicale è stata associata ad una transitoria riduzione dell'eccitabilità dei motoneuroni degli arti superiori (25) ed a miglioramenti nell'attività elettromiografica dei muscoli degli arti superiori (26-27) ma sono scarsi i dati sul reclutamento dei muscoli del collo. E' stato suggerito che la TMV possa essere associata a cambiamenti nel reclutamento dei muscoli flessori del collo. (28). sterling e colleghi (28) hanno osservato che in pazienti con dolore al collo cronico durante un compito di flessione del rachide cervicale superiore  la mobilizzazione cervicale, rispetto a placebo produce
- una significativa riduzione del dolore
- un aumento della soglia del dolore pressorio
- effetti simpaticoeccitatori
- aumento della conduttanza cutanea
- diminuizione dell'attività dei muscoli flessori superficiali del collo (scom).
Ciò ha portato gli autori ad ipotizzare che la TMV abbia un effetto facilitatorio sull'attività dei flessori profondi del collo attraverso un meccanismo centrale di controllo del dolore . Non sono stati trovati studi che approfondiscano l'effetto della TMV sui pattern di reclutamentodei muscoli flessori profondi del collo.

METODO
Partecipanti
n=62 
gruppo di intervento (n=31) :
inclusione :
dolore cronico al collo che dura da almeno tre mesi senza causa specifica con o senza dolore riferito al braccio, senza deficit neurologici, un valore al Neck Disability Index di almeno 5/50 esimi (42) , pazienti con cefalea cervicogenica se presente anche il dolore al collo
esclusione : chirurgia spinale e/o del collo negli ultimi 12 mesi, patologie spinali gravi (artropatie infiammatorie, fratture, infezioni), deficit neurologici  o compromissione della radice nervosa confermata dalla positività di almeno due test tra i seguenti (riflessi, test dermatomerici, test dei miotomi), diagnosi di patologie sistemiche come diabete o disturbi del sistema immunitario , utilizzo continuativo di farmaci analgesici od antiinfiammatori durante le 48 ore prima del test, partecipazione negli ultimi tre mesi a programmi di trattamento del collo, incapacità di sopportare una tecnica Maitland di grado III, sintomi di depressione valutati nel Beck Depression Inventory con un valore uguale o maggiore a 20/63 (43)
gruppo di controllo (n=31)
inclusione: senza dolore al collo al momento dello studio e senza storia di dolore al collo cronico
La disabilità ed il dolore sono stati valutati con il Neck Disability Index (44) e l'Indice del Dolore del Questionario del Dolore McGill (45)  
Per essere significativa dal punto di vista statistico la differenza  di spessore nei muscoli flessori profondi del collo tra i due gruppi di partecipanti allo studio deve essere di almeno l'8 % durante il TFCC (dati ottenuti da uno studio pilota)

Procedura

I partecipanti sono posizionati supini con le ginocchia flesse, viene utilizzata una  unità di biofeedback pressorio (47) posto sotto l'occipite e insufflato a 20 mmHg a riposo.
Ai partecipanti viene richiesto di effettuare un movimento di assenso con la testa (il CCFT) in 5 diversi livelli di pressione 22, 24, 26, 28, 30 mmHG (fase 1,2,3,4,5 del CCFT rispettivamente) , mantenendo la pressione per 10 secondi e con 30 secondi di riposo tra una fase e l'altra. Un manometro visibile al paziente ed  al fisioterapista permette di valutare la corrispondenza del test alle richieste.

Trattamento : mobilizzazione rachide cervicale
per questo studio è stata scelta di utilizzare una tecnica di mobilizzazione cervicale secondo Maitland: una mobilizzazione oscillatoria postero anteriore di grande ampiezza (grado III di Maitland)  con la pressione centrale esercitata dagli indici sul pilastro articolare di C5 e C6 (49). La tecnica è stata ripetuta per 3 volte per 60 secondi con oscillazioni di 1 Hz con un minuto di riposo tra le serie
Anche se è improbabile che il livello sintomatico fosse per tutti i pazienti lo stesso la standardizzazione della tecnica è stata scelta perché dalla letteratura si evince come la specificità del livello di mobilizzazione sia relativa in quanto la mobilizzazione di un segmento si ripercuote sugli altri (50) ed inoltre che la moblizzazione di segmenti cervicali non dolorosi comporta comunque miglioramenti significativi nel dolore (51)

DISCUSSIONE

I risultati di questo studio corroborano l'evidenza che i pazienti con dolore cronico al  collo hanno un alterato pattern di coordinazione neuromuscolare nei muscoli flessori del collo
I dati di questo studio inoltre danno informazioni utili sui muscoli flessori superficiali e profondi del collo grazie all'utilizzo di uno strumento pratico e non invasivo che può essere utilizzato in un setting clinico sia per la valutazione che per essere utilizzato come feedback nel training della muscolatura del collo in pazienti con dolore

Limiti
1. La dimensione del trasduttore sonografico per alcuni pazienti era troppo largo
2.  L'età media dei pazienti era minore di trenta anni ed estrapolare quindi i dati sulla popolazione generale ed anziana in particolare va fatto con cautela
3. Il fisioterapista che applicava la tecnica di mobilizzazione era a conoscenza del fatto che la persona che trattava fosse del gruppo di controllo o no e questo poteva  avere delle ripercussioni sull'applicazione della tecnica medesima.
Per ovviare a questo problema il tipo di mobilizzazione, la frequenza, ed il segmento selezionato per il trattamento sono stati standardizzati in modo che tutti i partecipanti allo studio ricevessero lo stesso tipo di intervento a prescindere dal gruppo di appartenenza
4. i risultati si basano su una singola seduta di trattamento ed i risultai a lungo termine della mobilizzazione non sono conosciuti.


CONCLUSIONI

1. Lo studio ha dimostrato la capacità degli ultrasuoni di valutare i cambiamenti nello spessore dei muscoli flessori del collo, soprattutto il LCO, discriminando persone con o senza dolore al collo
2. La mobilizzazione cervicale è associata con immediati cambiamenti nel reclutamento dei muscoli flessori del collo nei pazienti con dolore cronico al collo, comunque gli effetti a lungo termine non sono conosciuti.


Applicazioni pratiche dello studio
1 Gli ultrasuoni sono uno strumento pratico per valutare il reclutamento dei muscoli flessori del collo e valido nel discriminare pazienti con dolore al collo e senza.
2 I cambiamenti nel reclutamento dei muscoli flessori del collo dopo una singola seduta di mobilizzazione del rachide cervicale sono maggiori nei pazienti con dolore cronico al collo 
3 La capacità degli ultrasuoni di valutare cambiamenti a lungo termine nel reclutamento dei muscoli flessori del collo dopo una terapia di mobilizzazione del rachide cervicale deve essere ancora studiata

Trovate tutta la bibliografia nel seguente file CLICCA QUI 

Articolo su PUBMED: CLICCA QUI



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martedì 1 marzo 2016

Effetto della Depressione Scapolare sul Test del Nervo Mediano

Autore : Marcello Bettuolo - Fisioterapista

Come al solito adoro leggere gli articoli che cercano di spiegare la biomeccanica o la neurofisiologia di quello che utilizziamo tutti i giorni in clinica. Comprendere a fondo quello che facciamo sul paziente ci rende più consapevoli delle risposte cliniche del paziente e sviluppa una miglior capacità dei gestione dell'iter terapeutico. 

Oggi vediamo uno studio che esamina l'effetto della depressione scapolare sul test neurodinamico del nervo Mediano, alla fine dell'articolo troverete il link per scaricare la versione integrale....buona lettura. 

PER LEGGERE L'ARTICOLO CLICCA QUI

martedì 16 febbraio 2016

Stabilità e Disfunzioni di Movimento del Gomito e dell'Avambraccio

Continuano gli articoli nel mondo del Controllo Motorio e dell'approccio SMARTERehab, oggi vi propongo un argomento sicuramente interessante riguardante il gomito ed avambraccio. 
Pur essendo datato e fatto ancora dal gruppo Kinetic Control, questo articolo mi ha sempre incuriosito soprattutto per l'approfondimento che porta nel ragionamento clinico dell'avambraccio.
PER LEGGERE L'ARTICOLO INTEGRALE CLICCA QUI


FORSE SARA' L'ULTIMO ANNO CHE FAREMO PARTIRE IL PERCORSO SMARTERehab!!!!
Ti interessa saperne di più? Mancano solo 2 settimane....SCOPRI DI PIU'


MUSCOLO PSOAS: Stategie di Valutazione e Riabilitazione del suo ruolo di Stabilizzatore

Nuovo interessante articolo scritto da Sean Gibbons (ideatore del metodo SMARTERehab) sulla valutazione e riabilitazione della funzione stabilizzatrice del muscolo PSOAS. L'articolo partendo da una analisi biomeccanica analizza il processo di valutazione e riabilitazione secondo il concetto SMARTERehab.....Buona lettura CLICCA QUI






CONOSCI L'APPROCCIO SMARTEREHAB?
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HAI ANCORA 2 Settimane di tempo: SCOPRI COME

lunedì 15 febbraio 2016

APPROCCIO NEURO MUSCOLO ARTICOLARE - RACHIDE LOMBARE

Settimana prossima chiudono le iscrizioni per il corso di APPROCCIO NEURO MUSCOLO ARTICOLARE - Rachide Lombare
che si terrà a BOARIO TERME il 12-13 Marzo / 2-3 Aprile 2016.
Questo corso porta avanti 15 anni di insegnamento maturati nei corsi di TERAPIA MANUALE di Assfer che hanno visto in questi anni più di 2000 partecipanti.
Partecipare a questo corso permette di conoscere alcune parti dell'approccio fasciale F&MC, integrandolo al ragionamento clinico del paziente lombare ed imparando strumenti terapeutici come il Taping (concetto F&MC), tecniche di terapia manuale, neurodinamica, strategie riabilitative nella gestione della fase acuta e del controllo motorio.

UN CORSO OPERATIVO per imparare a "VEDERE" e "RICONOSCERE", attraverso  numerosi laboratori pratici. Già dal primo week-end sarete in grado di mettere in pratica le informazioni apprese.
NOVITA' 2016: 
- le dispense saranno Auto aggiornabili, troverete all'interno della seconda pagina un tasto che vi permetterà negli anni di aggiornare il materiale didattico.

- le dispense saranno interattive, potrete scrivere direttamente sul file i vostri appunti

- Multimediali - verranno aggiornate man mano con i video dimostrativi.

PER SCARICARE IL DEPLIANT INFORMATIVO 

ATTENZIONE IL 26 FEBBRAIO CHIUDONO LE ISCRIZIONI.
Per maggiori informazioni CLICCA QUI

Può un alterato Pattern Motorio o uno sbilanciamento muscolare essere in relazione con FAI (Impingement Femoro Acetabolare)? Un esempio pratico dell'approccio SMARTERehab

AUTORE: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

Molto spesso molte persone mi chiedono un esempio pratico di cosa possa essere il modello di valutazione e trattamento proposto dall'Approccio SMARTERehab, oggi vorrei proporvi questo articolo in versione integrale che tratta il modello di valutazione dell'anca. Uno buon esempio sul processo di sottoclassificazione del paziente e di strutturazione della valutazione...Per ora l'articolo è in inglese....buona lettura LEGGI L'ARTICOLO INTEGRALE




TRA POCHE SETTIMANE RIPARTE IL PERCORSO DI FORMAZIONE SMARTERehab 1° LIVELLO.....

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venerdì 12 febbraio 2016

LA FASCIA COME ORIGINE DEL DOLORE

AUTORE: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

In questo interessante studio si è dimostrato come la Fascia possa essere origine del dolore post allenamento eccentrico a livello della gamba....un piccolo pezzetto di puzzle in più nella comprensione del dolore Fasciale. Per leggere l'articolo integrale CLICCA QUI









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mercoledì 10 febbraio 2016

Ruolo dell'alimentazione nell'ARTRITE REUMATOIDE

E-LEARNING GRATUITO

AUTRICE: Dott. ALINA DE DONATIS - Biologa Nutrizionista

Questo video didattico è tratto dal corso fad:  ALIMENTAZIONE E PROCESSI INFIAMMATORI ( sia in versione ECM e NON ECM), si tratta di parte della lezione dedicata al ruolo dell'alimentazione nei PAZIENTI CON ARTRITE REUMATOIDE. Troverete citati numerosi studi scientifici pubblicati a riguardo, buona visione





TI INTERESSA AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI SU QUESTO CORSO FAD?

martedì 9 febbraio 2016

Pilates Therapy....ANCORA POSSIBILITA' di ISCRIZIONE fino al 25 Febbraio

ORMAI CI SIAMO.....abbiamo tenuto aperte le iscrizioni fino al 25 febbraio!!!!
Torna dopo il grande successo di iscrizioni dell'anno scorso (15 persone sono state messe in lista d'attesa) il corso di Pilates Therapy tenuto da Guerrina Brizzi, due giornate di formazione sull'utilizzo del Pilates in terapia riabilitativa.
L’obbiettivo del corso è creare “L’ambiente Pilates”, che non è riferito ad una struttura, ma a un modo di pensare e di agire nei confronti della rieducazione al movimento. “L’ambiente Pilates” è conducibile a obbiettivi finalizzati, “task-oriented”, in relazione alle esigenze e necessità del paziente alla ricerca del recupero motori.

Il corso si terrà il 27-28 Febbraio a Montegrotto Terme presso la sede di ASSFER, sono previsti 19,4 Crediti per i Fisioterapisti.
ATTENZIONE!!!! IL CORSO E' ATTIVO ed i posti si stanno esaurendo, per iscriversi potete contattare la segreteria organizzativa allo 0492134577.
Per maggiori info http://assfer.it/index.php/corsi-residenziali?id=160


FORMAZIONE FAD ASSFER 2016

Ecco l'elenco dei corsi FAD di ASSFER per il 2016 per maggiori informazioni ecco i link di ogni corso:
BIOMECCANICA DELL'ARTICOLAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE Clicca qui

L'ALIMENTAZIONE E I PROCESSI INFIAMMATORI Clicca qui

PNL: PRINCIPI DI PROGRAMMAZIONE NEURO LINGUISTICA Clicca qui

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lunedì 8 febbraio 2016

Relazione tra Muscolo Piriforme, Lombalgia ed infortuni all'arto inferiore



TRADUZIONE E RIASSUNTO a cura di: CLAUDIO DERIU -FISIOTERAPISTA

Interessante studio effettuato all'interno di una squadra di Rugby dove si è monitorato l'effetto di un training di Controllo Motorio della muscolatura del tronco (trasverso addome e multifidi) monitorandone gli effetti sul trofismo del muscolo piriforme, controllandone il differente effetto nei soggetti con e senza lombalgia ed andando a comparare i risultati sul maggior o minore rischio di traumi all'arto inferiore.

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venerdì 5 febbraio 2016

Effetto della Mobilizzazione in Postero Anteriore ed in Rotazione sul disco L5/S1


AUTORE: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

Continua l'analisi degli effetti fisiologici delle Mobilizzazioni Vertebrali.....
Questo studio si collega a quello pubblicato qualche giorno fa in questo caso sono stati trattati 32 pazienti con lombalgia attraverso mobilizzazione in postero anteriore ed in rotazione. Attraverso la risonanza magnetica hanno osservato la variazione dell'idratazione del disco L5/s1. VAI ALL'ARTICOLO





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martedì 2 febbraio 2016

5 Materiali Didattici sull'articolazione Temporomandibolare


AUTORE: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

Tempo fa ho proposto questi 5 link con video ed e-book dedicati all'articolazione Temporo Mandibolare intitolandoli: MINI CORSO FAD sull'articolazione Temporo Mandibolare.
ECCO TUTTI I LINK:

VIDEO DIDATTICO 1: CLICCA QUI

VIDEO DIDATTICO 2: CLICCA QUI

VIDEO DIDATTICO 3: CLICCA QUI

E-BOOK Gratuito: CLICCA QUI

VIDEO DIDATTICO 4: CLICCA QUI

ATTENZIONE!!!

Il 14 GIUGNO Termina il corso ECM FAD di BIOMECCANICA DELL'ARTICOLAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE ( CLICCA QUI) . per chi non interessassero i CREDITI ECM c'è la possibilità di partecipare anche allo stesso corso NON ECM risparmiando un po' di soldini (CLICCA QUI)


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L'immediata riduzione del dolore lombare dopo mobilizzazione lombare in PA ed Esercizio di estensione da proni è associato ad un aumento della diffusione di acqua sul disco L5-S1

Quale effetto hanno realmente a livello discale gli esercizi di mobilizzazione in estensione e le mobilizzazioni in Postero Anteriore? Perchè alcuni pazienti rispondono bene a questi esercizi e perchè alcuni non hanno alcun risultato? Forse una piccola risposta potrebbe arrivare da questo studio molto interessante:
Per leggere l'articolo CLICCA QUI






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domenica 31 gennaio 2016

Cos'è il RIFLESSO DI INIBIZIONE ARTICOLARE

Argomento sicuramente interessante e da non sottovalutare perchè il Riflesso di Inibizione Articolare è in grado di ritardare tutto il recupero post traumatico e post operatorio, soprattutto a livello del ginocchio e non solo. Conoscerne le basi neurofisiologiche, i fattori che lo provocano ed i fattori che lo inibiscono può fare la differenza in tempi di recupero del paziente e risultati del trattamento riabilitativo.

Per andare all'articolo CLICCA QUI



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Una Giornata di Formaziona GRATUITA....il 6 FEBBRAIO....hai ancora poco tempo per iscriverti

ATTENZIONE!!!
ULTIMI POSTI!!!....Prenota il tuo allo 0492134577


Il 6 Febbraio 2016 si terrà a Montegrotto Terme una giornata di Formazione Gratuita intitolata: " LE BASI DEL GESTO TERAPEUTICO: introduzioni ai Principi, ai Temi e al Metodo" tenuto dall'ideatore del Metodo il Dott. Natale Migliorino.

Il corso introduce all’esperienza terapeutica dell’esercizio e della terapia manuale, dove il corpo si riscopre e si rinnova come luogo di esperienza integrale e situata. L’indagine sulla Tonalità del corpo è il primo approccio per porsi in relazione conoscitiva sintonica con il corpo sofferente, come premessa e condizione necessaria a ogni procedura di esame clinico. Le Forme gestuali conferiscono un nuovo senso al movimento sofferente del paziente, riconducendolo alle qualità espressive del corpo in relazione con il suo spazio di esperienza. Il Contatto terapeutico è la condizione primaria dell’intercorporeità diretta che si sperimenta nelle dinamiche di terapia manuale
La capacità delle dinamiche di generare un cambiamento non dipende solo dal tipo di forza impressa, ma anche e innanzitutto dalla qualità ritmica e affettiva espressa. L’Analisi somestesica è il metodo sensibile di scoperta con cui l’indagine tonale, le forme gestuali e le dinamiche manuali sistematicamente generano senso terapeutico, regolano la propria azione, e riaprono le possibilità per il paziente. 

SE SEI CURIOSO e desideri scoprire un modo diverso di fare TERAPIA MANUALE centrato nella relazione con il PAZIENTE puoi venire a scoprire di cosa si tratta GRATUITAMENTE in questa GIORNATA FORMATICA

Ecco il programma della Giornata

SEI INCURIOSITO? VUOI ISCRIVERTI? 
Per maggiori informazioni hai tempo ancora questa settimana fino a Venerdì per iscriverti telefonando alla SEGRETERIA DI ASSFER 0492134577

sabato 30 gennaio 2016

LA REALTA' FORMATIVE DI ASSFER: accompagnamento all'inFORMAZIONE

Nel 2014 abbiamo pubblicato questo articolo sul COACHING in Formazione....

AssFeR si propone come realtà formativa preparata per accompagnare non solo all’acquisizione di informazione ma soprattutto alla formazione! Per provvedere a tali fini, Assfer in collaborazione con docenti specialisti, funge da coach per gli individui che decidono di ampliare le proprie conoscenze attraverso i corsi.

Il coaching non corrisponde all’atto dell’insegnamento, bensì è una strategia formativa che consiste nel processo di programmazione e creazione delle condizioni idonee a stimolare l’apprendimento e la crescita professionale e personale.

Viene così predisposto un processo volto ad accompagnare i soggetti al cambiamento e allo sviluppo di obiettivi prefissati, trasmettendo conoscenze, amplificando le potenzialità, stimolando a realizzare performance e a rafforzare la propria efficacia.
Questo iter ha come punto di partenza l’esperienza di ciascun partecipante nella valorizzazione del proprio background e mira ad accompagnare l’individuo nel raggiungere una trasformazione di quelle che sono le sue potenzialità in solide ed efficaci consapevolezze.

Il coach risulta dunque un facilitatore di questo cambiamento e in qualità di coach, Assfer si impegna a provvedere con rigore e professionalità all’implementazione di tutti gli step del ciclo formativo: dall’analisi della domanda e definizione obiettivi, alla pianificazione di intervento, all’ erogazione dell’ intervento stesso fino alla verifica dei risultati.
Il tutto prevede che persone qualificate guidino ogni processo con l’attenzione nel porre al centro l’individuo considerandolo nella sua totalità e provvedendo a soddisfare le sue necessità: dall’informazione contenutistica agli aspetti logistici e temporali. 
Nello specifico si concretizza un lavoro di backoffice indispensabile:
1.  nella progettazione di ogni corso ad hoc rispetto a richieste, esigenze e aggiornamenti che possano essere efficaci, efficienti e utili a più target;

2.  nella predisposizione degli opportuni materiali pre-corso, in itinere ed ex post: per permettere un’adeguata base di pre-requisiti, l’autonomia guidata nell’acquisire ed elaborare le conoscenze ed una bibliografia attraverso la quale poter approfondire i documenti trattati anche al termine del corso;

3.  nella gestione della leadership con i docenti e i corsisti per guidare le interazioni, le dinamiche del gruppo e il mantenimento dello stesso attraverso competenze necessarie e strutturazione del lavoro in team;

4.  nell’organizzazione delle tempistiche inerenti gli adeguati tempi di assimilazione e acquisizione dei contenuti alternati con idonei momenti di pausa (per i quali si dispongono idoneamente coffee break e pause d riflessione);

5.  nella preparazione di questionari attraverso i quali ricevere feedback in merito all’utilità e qualità del corso e dello staff, e al rapporto tra materiali e tempi di svolgimento. Il tutto è previsto in un’ottica di formazione continua per provvedere ad un miglioramento continuo dei servizi offerti e di conseguenza ad opportunità sempre più formative ed efficaci per i clienti.

E’ fondamentale però pensare alla formazione come parte di un continuum nel processo di sviluppo della conoscenza. E’ infatti importante ricordare che il valore dell’output del processo stesso dipende strettamente dai modelli culturali e professionali che ogni persona decide di sposare.

Il formatore-coach di Assfer è dunque una figura preparata sulla quale poter far affidamento e che con il docente collabora per fornire le basi migliori per garantire un apprendimento di successo.

Autrice:
Monica Tonello
tirocinante presso AssFeR e laureanda presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Padova al Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, con indirizzo specifico in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane. Verso il conseguimento del titolo, sta svolgendo la propria tesi con focus nella tematica del coaching quale modalità formativa.

COME CAMBIARE UNA POSTURA TIPO MILITARE in 10 Secondi.....


AUTORE: Marcello Bettuolo - Fisioterapista

Fascia Motor Control integra tecniche fasciali a tecniche di taping (Kinesiology taping), gran parte dei test funzionali sviluppati in fascia motor control sono stati testati e strutturati proprio grazie all'utilizzo del tape. Nel seguente video vediamo come due semplici tape possono cambiare in meno di 10 secondi una postura....https://www.youtube.com/watch?v=jpBu31947NM








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