sabato 26 marzo 2016

Quanto è importante la scelta del livello di trattamento nelle tecniche antalgiche vertebrali cervicali?

Traduzione dell'articolo a cura di: CLAUDIO DERIU

Articolo originale: 
The Effect of an Analgesic mobilization Technique when Applied at Symptomatic or Asymptomatic Levels of the Cervical Spine in Subjects with Neck Pain: A Randomized Controlled Trial
Per scaricare l'articolo integrale CLICCA QUI


Questo studio ha comparato gli effetti di una tecnica di trattamento manuale sul dolore al collo e sulla sensazione di movimento quando applicata per 4 minuti a livello della giunzione zigoapofisaria più sintomatica piuttosto che applicata a tre livelli di distanza.

Sono stati valutati 126 soggetti con dolore al collo e divisi in maniera randomizzata, in due gruppi, poi analizzati in singolo cieco.
Dopo la dimostrazione del dolore con movimento attivo veniva scelto il movimento che riproduceva il sintomo con lo sforzo minimo, che nella maggior parte dei casi era l’estensione, mentre la rotazione veniva considerata per ultima in quanto associata a diverse complicazioni; quindi quando i partecipanti presentavano più movimenti dolorosi venivano testati prima con l’estensione, poi con la lateroflessione ed infine con la rotazione. La flessione veniva impiegata come ultima per via della difficolta di esecuzione tecnica. 

Per determinare il livello veniva preso come riferimento il processo spinoso di C2 sul quale il fisioterapista appoggiava il dito indice e poi metteva le altre dita sotto quel livello. È stata considerata l’ampiezza di un livello come la grandezza di un dito, questa tecnica sebbene non precisa permetteva comunque di mantenere garantita una distanza costante di tre dita dal segmento dolente. La procedura era la seguente: paziente seduto, entrava attivamente nella direzione del dolore rilevata in precedenza, da questa posizione il terapista applicava movimenti segmentali passivi per trovare il sintomo; la mano dorsale fissava la vertebra caudale bloccando l’arco vertebrale con pollice e indice, mentre la mano ventrale  bloccava con il palmo la testa contro il petto del terapista e con il mignolo si posizionava sul lato opposto delle arco vertebrale. A quel punto veniva mosso il cranio e le vertebre soprastanti la vertebra bloccata, alla ricerca del segmento doloroso.

I partecipanti, una volta assegnati in maniera casuale ad uno dei due gruppi venivano sottoposti al trattamento nel segmento concorde per quelli del gruppo A e al di sotto di tre livelli per il gruppo B. 

Il trattamento consisteva in trazione traslatoria intermittente in corrispondenza dell’articolazione zigoapofisaria, perpendicolare al piano di trattamento, con una forza di grado Kaltenborn 2, nel quale si avverte solo una minima resistenza senza superare il primo stop. La frequenza, stabilita in circa 6-7Hz veniva applicata per circa 30 secondi e la tecnica durava 4minuti.
Il terapista che eseguiva la manovra era un terapista con oltre 20anni di esperienza in terapia manuale con una specifica formazione in terapia manuale.
Al termine del trattamento ogni paziente ha completato la NRS per il dolore, che aveva già compilato prima del trattamento ed anche una NRS per la sensazione di movimento del collo.

Le differenze prima e dopo il trattamento sono significative in entrami i gruppi, lo studio dimostra quindi gli effetti positivi sul dolore e sulla sensazione di movimento subito dopo un trattamento di 4minuti.

 Nessuna significativa differenza è stata invece trovata tra i due gruppi.

I meccanismi degli effetti della mobilizzazione rimangono poco chiari, probabilmente sono molteplici quelli di natura neurofisiologica che spiegano come la fisioterapia può influenzare il dolore, e probabilmente i meccanismi manuali forniscono input sensoriali che inibiscono il segnale del dolore.
Quindi il movimento terapeutico ha effetto sul dolore anche se applicato a distanza dal segmento dolente e fornisce effetti simili di riduzione del dolore e miglioramento della sensazione di movimento probabilmente per l’azione della stimolazione meccanica sui processi neurofisiologici